E tu, o Jacopo, se ancora respiri, Iddio coroni la tua veneranda canizie! I Romani innalzarono un tempio alla pietà figliale per un atto di virtù che non può certo paragonarsi alla grandezza del tuo. Dio conservi la tua stirpe di figliuoli non degeneri, e i marinai d'Alessio possano meritar sempre il glorioso titolo di marinai senza rimprovero e senza paura! Tu forse sarai povero; ma se riportasti dai lidi barbari la tua catena di schiavo, lasciala in eredità a' tuoi figli, e tieni per fermo che non v' ha titolo, nè fregio d'oro che equivalga allo splendore di quel pezzo di ferro.
PIETRO GIURIA.
IL CASTELLO ABBANDONATO
I
I racconti popolari di strane apparizioni, folletti, morti ed altre simili stregonerie, nascono, non v'ha dubbio, dalla credulità e dall'ignoranza; ma chi togliesse ad indagarne la prima radice, non di rado, sotto l'apparenza d'un mistero e di una burlevole superstizione, scoprirebbe un delitto, un argomento di inorridire invece di sorridere. Se espiar si potessero gli anditi piú secreti, le vôlte sotterranee di castelli che signoreggiano ancora a' dì nostri la mente di chi li visita colle gigantesche loro rovine, vestite d'edera, imbrunite dall'incendio o dai secoli, ricomparirebbero vive sui pavimenti le goccie d'un sangue invendicato che, lavatele venti volte, non si cancellarono; l'insidioso trabocchetto che cedea di subito sotto i piedi della vittima designata; e sarebbe forza l'allontanarsene coll'anima inorridita e disdegnosa. Quegli erano i bei tempi del feudalismo, degli stemmi cavallereschi che taluni, della natura delle upupe e dei pipistrelli, vorrebbero ancora riporre in onore; ma la mano vendicatrice de' popoli gettò le fiamme in que' covili di serpenti, ne svelò gli arcani spaventevoli, li consacrò all'infamia, come gli antichi li avrebbero consacrati alle Furie.
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