Sappiate per vostra norma, signor Edoardo, che i miei padri non si avvilirono mai a servire una repubblica di mercadanti, come è quella della vostra Genova, una repubblica che crea suo doge anche un uomo della plebaglia.
Qui v'era di che ridere e di che fremere; ma la mortale pallidezza di Eloisa occupava di troppo le facoltà tutte di Edoardo, perché egli potesse attendere alle tristi buffonerie del marito.
— E quella donna così giovane, cosí pallida! domandò Edoardo per divagare la generosa bile del Conte, e colpito, anche veramente, dall'aria angelica che traspirava da quel volto. — Oh come è bella! — proseguiva la Contessina, tratta anch'essa da una secreta simpatia verso il ritratto d'una donna piena di maestà e di grazia, temperata da una dolcezza melanconica. — Diresti che i suoi occhi cosí soavi, sono pregni di lacrime; eppure sorride, e il sorriso di quel labbro armonizza cosí dolcemente colla pupilla che, contemplandola, ti intenerisce!
Lettore, getta lo sguardo, se ne hai coraggio, negli arcani del cuore umano, e rendi conto, se ti è possibile, de' suoi intimi movimenti e delle sue ispirazioni. Ma proseguiamo.
— Quella, rispose il Conte crollando il capo sdegnosamente, fu una cognata di mio padre, morta giovane in questo castello. Buon cuore, ma testa romantica e troppo facile a prendere domestichezza con ogni qualità di gente. Imaginatevi! portava ella stessa, e talvolta di furto, gli alimenti ad una vecchia inferma in una capannuccia cosí miserabile, cosí affumicata, che movea schifo a solo vederla.
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