— Ha fatto bene a morire!
— Iddio ebbe pietà di lui, rispose la Contessa, e abbassò il capo.
Per buona sorte sopraggiunse in tutta fretta un domestico ad annunziare al signor Conte che era aspettato; questi, indispettito di dover interrompere la storia della sua genealogia, chiese permesso di allontanarsi, e i due giovani respirarono.
VI
Appena Eloisa rimase sola con Edoardo, si abbandonò sopra un antico seggiolone, e nascondendo la faccia tra le mani, proruppe singhiozzando:
— Che misteri di iniquità, Edoardo!
— Ma che avvenne? rispose il giovane; toglietemi presto da questa orribile sospensione.
— Bisogna separarci, Edoardo!
— Che dite mai?... donde questo subito cambiamento?... forse vostro marito...
— Mio marito è un uomo onesto, ma debole, credulo, aggirato da un infame... dal Notaio...
Il giovane tremò a quelle parole, e come uomo che vede pur troppo avverati i suoi pronostici:
— Il cuore me ne avvisò sempre! quell'uomo ha lo sguardo di Caino.
— Nell'uscire da questa casa, soggiungeva la Contessa, stringendo le mani al petto nell'atteggiamento della preghiera, e con un'enfasi che tradiva il secreto dell'amor suo:
— Guardatevi da lui!...
— Ma io non l'offesi... nol vidi che poche volte...
— È vero, non l'offendeste... voi; ripigliava tristamente la giovinetta; ma io gli ho rinfacciata la sua infame ipocrisia, io... ho disdegnato l'amor suo!
E vergognando che quell'uomo miserabile avesse potuto far disegno sopra di lei, nascose nuovamente il volto tra le mani, né potè vincere un affannoso singhiozzo che le eruppe con violenza dal petto.
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