Eloisa, senza avvedersene, avea a poco a poco concepito un amore profondo e per sempre deplorabile, che ella avea fermo di combattere, di nobilitare con sublime sacrifizio, di nascondere dentro un sepolcro; ma se finanche la speranza diventava un delitto per lei, oh almeno, compenso tacito e pur soavissimo, la stima e l'amicizia di Edoardo! Costretta invece a rivelargli le oscene trame del Notaio, se ne sentiva quasi umiliata, quasi colpevole di aver acceso innocentemente nel vile animo di quell'uomo un affetto che avrebbe formata la beatitudine della sua vita. E il giovane Edoardo, quell'animo illibato che non avrebbe contaminata nemmen d'un pensiero la casta imagine di Eloisa; che l'avea vagheggiata, nel secreto del cuore, con tutte le piú splendide illusioni della sua giovinezza, vederla ora insidiata, minacciata da quell'uomo, da quel mostro!
— Ora, riprese la Contessina, fatta animosa dalla gravezza stessa del pericolo, quell'iniquo si crede vostro rivale; non cesserà di attorniare mio marito, studiar modi di accalappiarlo co' suoi tradimenti; chi sa anche!... gli è sfuggita la parola assassinio! ho veduto che le sue mani, contratte violentemente, tremavano per eccesso di rabbia, le sue narici si dilatavano... Oh! guardatevi da lui e da quell'uomo che lo serve; ha faccia di sicario. Poc'anzi, da una finestruola del castello, li ho intravveduti nella foresta dei pini, con apparenza di concentrarsi... e perciò corsi ad avvisarvene.
Il giovane, incapace di temer per se stesso, piú non udiva le parole supplichevoli della Contessa; ma percorrea colla mente le sorti avvenire di Eloisa, sola in quel castello, nelle mani di un vecchio debole, geloso, signoreggiato da un iniquo; e i deboli sono crudeli, inesorabili!
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