La Contessina pronunziava questo discorso con una voce cosí commovente, con un misto di tanta dignità e tenerezza, che Edoardo, rapito ed affascinato, non seppe risponderle se non poche e confuse parole:
— Eloisa, m'è cosí sacro il voler vostro, che io abbraccio volontieri qualunque sia, anche amarissima, l'occasione di attestarvi coll'ubbidienza i miei sentimenti.
— Anche da lontano m'avrete per amica, non è vero, Edoardo? soggiunse la giovanetta con uno sguardo accorato ed ingenuo, e nella coscienza della sua virtù; e in quella gli porgea la destra coll'affetto di una sorella.
— Sí, Eloisa, partirò da questo paese, soggiunse il giovane, partirò subito; ma porterò meco indivisibile la memoria della virtù vostra, e la vostra imagine. No, non avrò piú la dolcezza di incontrarvi almeno per via, passarvi accanto, respirar l'aria che respirate. Pur troppo, qui sentiva in ogni parte, in ogni cosa la presenza vostra; ed ora, addio, Eloisa! un lungo, eterno addio!
— Consumiamo amendue in silenzio il sacrifizio della nostra vita; addio, Edoardo!
Si slanciarono ancora uno sguardo piú efficace d'ogni parola, e si strinsero dolorosamente la mano, come due amici che non debbono mai piú rivedersi.
VII
La scienza tanto decantata del Machiavelli, e ridotta ai principii dai frenologi, nel penetrare i laberinti del cuore umano, nel conoscere le tendenze d'un individuo, è scienza da fanciulli, ove la si voglia paragonare a quella intuitiva ed ingenita, di cui sono dotati certi esseri maligni, eccezionali nella società. Questa scienza, per esseri di cotal fatta, è, direi quasi, un sesto senso: è una facoltà terribile di fiutar l'anime putrefatte del delitto in corpi ancora viventi, simile all'odorato de' cadaveri, che è proprio della iena.
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