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      S'arrampicava, mentre il vento le spingea indietro la sua nera capigliatura tra le pieghe svolazzanti del bianco velo, che avea imagine di lenzuolo funebre. Alcuni contadini che dalle loro capanne la travidero nella sua corsa, si strinsero gli uni agli altri, mormorarono una preghiera e la credettero un'anima smarrita che s'affrettava al suo convegno.
      La misteriosa apparizione salì in cima del Picco, e scomparve dall'altra parte nel pendio del burrone. Tutto tacque, e la notte regnò cupa, terribile, solitaria piú che mai.
     
      V
     
      Ai primi raggi del mattino, alcuni contadini, passando poco discosto dalla cima del Picco, videro una sembianza di donna, che Ossian avrebbe rassomigliata a tenue forma di nebbia, seduta sopra un macigno, a capo chino e colle braccia incrocicchiate sul petto. I suoi capelli, cosa strana! di subito incanutiti e cospersi dalla rugiada, ondeggiavano agitati dalla brezza mattinale. Stettero in forse se dormisse o fosse morta: ma rinfrancatisi si avvicinarono, la scossero dal suo letargo, e vedendola semiviva, la sorressero, la condussero al villaggio. La povera giovane levò due occhi senza sguardo, tacita, immemore di se stessa, e li seguì macchinalmente senza avvedersene.
      Avrete già indovinato che questa infelice era la Lisa, e la Lisa divenuta pazza!
      Dio sa come passasse quella notte e in quel precipizio; si osservò acconciamente che i pazzi reggono ai travagli fisici, a sferza di sole, a freddo di pioggia, piú che altri non potrebbe nella chiarezza del suo giudizio.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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