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      Le cose però terminarono colla peggio degli Adorno, poiché gli assediati irrompendo all'impensata li sgominarono, e voltili in fuga gl'inseguirono fin sopra Varazze.
      Sul finire del 1600 il principe Gio. Andrea D'Oria, considerando di quanto vantaggio gli sarebbe stato l'acquisto di Sassello per la sua vicinanza allo stato della repubblica e per gli estesi suoi boschi, dove poteva largamente provvedersi di alberi ad uso delle galee, tentò di comprarlo, ottenutone in prima l'assenso del serenissimo senato, atteso il divieto fatto ai nobili genovesi di comprar feudi vicini allo stato della repubblica. I consignori Paride e Stefano D'Oria consentirono a questa vendita, ponendo in contratto la clausola che dovesse intervenirvi anche l'approvazione dell'imperatore d'Alemagna quatenus de iure sit, come quegli che nel 1564 aveva accettato la tutela del feudo ad instanza dei medesimi D'Oria. Mentre questo avveniva, i Sassellesi discutevano le loro ragioni nella camera aulica onde far dichiarare i D'Oria decaduti da ogni diritto per abuso di potere, come successe difatti; quindi Sua Maestà cesarea, ben lungi dall'aderire alla vendita, confiscò il feudo, e vi mandò in qualità di suo commissario imperiale, il conte Giambatista Caretto di Millesimo che vi fermò per piú anni la sua dimora. Avendo egli nel 1610 domandata a S. Maestà la propria dimissione, fu surrogato dal conte di Tassarolo, durante il governo del quale si mise in vendita il feudo. Aspiravano all'acquisto la repubblica di Genova e il duca di Savoia, ma l'imperatore per sue particolari ragioni politiche diede alla repubblica la preferenza, e il feudo fu ad essa deliberato.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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