Sulla piazza di questo maestoso castello, dove il capo di Giulio doveva essere spiccato dal busto, erasi già formato un gran circolo di popolazione che si agitava come i fiotti del mare, perché i primi spingevano i secondi, e cosí dicendo di seguito, e si disputavano acremente un palmo di terra. Già da un pezzo tutti gli occhi stavano intenti a quella parte da cui Giulio doveva comparire, e ormai cominciavasi a brontolare per l'increscioso ritardo, e si scorgeva in ognuno quella stessa impazienza che s'osserva in teatro quando si tarda un momento ad alzare il sipario. Finalmente si ode salmeggiare un lugubre tuono, e allora cresce il bisbiglio, tutti allungano il collo e si rizzano sulla punta dei piedi.
Prima appare una croce, quindi la devota compagnia de' PP. Cappuccini, e ad essa tien dietro il condannato con una calma di paradiso sul volto, alzando sovente gli occhi al cielo, alla certa e beata sua patria. D. Pietro procedeva al suo fianco inspirandogli celesti pensieri, e additandogli un crocefisso ricordava i misteri dolorosi del Verbo incarnato. Veniva dopo una schiera di soldati, ed infine il carnefice. Giulio pregava con tutto il fervore dell'anima, e profferiva ogni tratto ad alta voce il nome di Colei che è consolatrice degli afflitti e madre piena di grazie.
Questo funebre apparato cominciava a intenerire gli spettatori, e s'udirono a un tempo mille esclamazioni, mille sospiri; le donne specialmente piangevano, e alcune di esse atterrite fuggivano.
È rassegnato come un santo — una diceva — che peccato, ripigliava un'altra, dover morire cosí giovane e cosí bello!
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Giulio Giulio Pietro Verbo Colei
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