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      Intanto il carnefice, rialzato il paziente, per uscire di dubbio pose un grosso pezzo di legno sul ceppo e lasciò piombare la mannaia che lo tagliò al primo colpo. Il popolo che, a parlare propriamente, non gioiva della morte d'un uomo, ma desiderava uno spettacolo ed avea ottenuto l'intento, cominciò a gridare grazia, grazia con un frastuono da non dirsi, ed il sig. Durante, podestà, comandò subitamente che Giulio venisse ricondotto in prigione. Tutti gli spettatori gongolando dall'allegrezza si sbandarono da una parte e dall'altra, facendo le maraviglie dell'accaduto, raccontandolo a questo e a quella che non erano giunti piú in tempo, e facendovi qualche addizione con un po' di comento secondo l'usanza.
     
      VI
     
      Spronato dalla piú sincera allegrezza corse velocemente un amico del padre d'Isabella a narrargli da capo a fondo quanto era avvenuto, e ritornò a nuova vita l'amico della sua giovinezza. Decisero allora di svelare ogni arcano alla sconsolata fanciulla, dappoiché se per una parte le si dava nuova cagione di pianto, se le porgeva dall'altra il conforto d'una quasi certa speranza. Isabella, nell'ascoltare il pietoso racconto, quasi non potea reggere alle forti commozioni dell'animo, ma quando ebbe udito che Giulio era salvo per un prodigio del cielo, benedicendo alla giustizia divina, dopo aver sparso tante lagrime di dolore, ne versò una di verace allegrezza. Dopo che Dio medesimo aveva attestata l'innocenza di Giulio, dopo che il popolo ad una voce aveva implorato grazia per lui, ella credea fermamente che anche l'imperatore avrebbe rivocata la sentenza di morte.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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