..(17).
Dante e Napoleone! Io raffrontava nel mio pensiero questi due genii de' tempi moderni, il poeta della rettitudine, il severo amatore d'Italia, coll'uom della forza che rinegò la sua patria, e l'anima intanto mi s'apriva a sentimenti novelli. Tenta il primo a rivendicare in libertà la sua patria e reggere un popolo ingrato, e n'ha in premio l'esilio: figlio il secondo di libertà, il libero reggimento sommerge, e n'ha in premio lo scettro; ma la vendetta di Dante frutta all'umanità la piú maravigliosa epopea che mai siasi concetta, mentre l'altro, divorato da voracità di dominio, né fatto saggio dalle sventure, riafferra il soglio perduto e allaga di nuovo sangue l'Europa... Da questi luoghi tante volte percorsi dal Ghibellino fuggiasco, ripete il fiero Corso l'antiche sue origini: su questi luoghi, anzi sul golfo di Luni, egli voleva inalzare una portentosa città che da lui si chiamasse, quasi volesse riparare gli oltraggi delle sventure e del tempo... Ed or che rimane di sí grandiosi progetti, di sí sfolgorate grandezze?
Scosso da tai pensamenti, io rifacea le mie orme, e nel tornare io ripeteva que' versi del maggior Fiorentino che sí propriamente secondavano il tenore delle mie riflessioni:
Se tu riguardi Luni ed Urbisaglia
Come son ite, e come se ne vannoDiretro ad esse Chiusi e Sinigaglia,
Udir come le schiatte si disfanno,
Non ti parrà cosa nuova né forte,
Poscia che le cittadi termin hanno(18).
II
CENNI STORICI
Nominis est auctor sole corusca soror.
RUTILIO NUMANZIANO.
Atteso da un mio conoscente di Sarzana, giovine d'animo liberale e cortese, io cercai dar piú lieta direzione al corso de' miei pensieri, al qual uopo giovò mirabilmente una sontuosa cena ch'egli aveva fatto ammanire.
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