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      Intanto ei mi veniva, richiesto, toccando della natura di quegli abitanti che tengono insieme alla rozzezza dei Liguri e della gentilezza toscana: saputa poi la cagione della mia venuta, ei mi propose una visita alle rovine di Luni ch'io accettai di buon grado, giacché sapendolo assai versato in questa maniera di studi, io sperava a ragione di trarre gran frutto dalle sue cognizioni.
      — Se qui, egli diceami, non troverai piú que' portentosi cacci descritti da Marziale(19), vedrai però che le vigne apuane sono ancor quelle istesse che tanto furono celebrate da Plinio(20).
      E intanto, empiendomi ad ogni tratto il bicchiere con vini di varie regioni e squisitissimi tutti, minacciava mandarmi a zonzo il cervello. Senonché io allora, per sottrarmi in parte a questo pericolo, ma piú ancora per far tesoro di quelle memorie ch'egli aveva raccolto del suo luogo natale, gli mossi preghiera d'espormi quanto gli venne fatto sapere su Luni e sulle cagioni del suo struggimento.
      — La storia di questo miserando paese è sí involuta di tenebre, che impossibile opera io stimo sceverare il vero dal falso. Pochi ricordi ci restano della sua primogenia grandezza, e le favole che se ne spacciano son senza numero.
      — Le memorie, allor l'interruppi, io ricerco e le tradizioni che, sbandite dal patrimonio della storia, si conservano intatte nel popolo: non menzogne, non fiabe. Io ho sempre fatto il viso dell'arme a que' bizzarri racconti che a torto s'appellano tradizioni e ch'invece ti parlano colla maggiore serietà d'apparimenti di morti e di streghe, onde si perpetuano nel popolo i pregiudizi piú strani.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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