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      Ivi noi ci assidemmo meditando il nulla delle superbe fortune......
      Allora io, volendo distogliere il contristato pensiero da quelle tristi vedute, gli richiesi a chi primo dovesse attribuirsi lo scoprimento di que' marmi racchiusi in tanta copia ne' monti vicini. Cui rispose l'amico:
      — Che gli antichi abitatori di Luni conoscessero queste lapidicine, non par cosa da porsi in dubbio, ma la scoperta delle cave del Polvaccio da cui si tragge il marmo migliore, è universalmente attribuita ai Romani. I quali pare l'avessero in grande pregio, mentre vediamo aver questo adoperato in ogni lor monumento. Il piú dei marmi del Panteon, quelli della piramide di Cajo Cestio, il Tempio d'Apollo, il Portico d'Ottavia ed altri assai, son tutti lunesi. Anzi il Mengs ed Ennio Quirino Visconti, tengono che l'Apollo del Belvedere sia marmo di questi monti, sebbene non manchino forti oppositori......
      — Ora una quasi sterile landa, continuava dopo breve silenzio, è fatta questa già famosa città. Nè ti maravigliare, non trovando quivi quasi vestigio del suo antico splendore e de' suoi monumenti. I ricchi marmi ed i preziosi ornati sfuggiti alle visioni e ruberie barbaresche, furono in gran parte guasti dall'ignoranza dei tempi, e in parte divisi fra i finitimi popoli; molti di essi sono ancor fregio di moderni edifizi, giacché corre voce tra il popolo, che abbiano i Sarzanesi costrutta di questi avanzi la lor cattedrale, ed i Genovesi, il magnifico tempio di N. S. delle Vigne e quello di Santa Maria di Castello.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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