Fra questi ed altri ragionamenti giungemmo alla nostra abitazione, dove io caldamente pregai l'amico a narrarmi alcuna fra le tradizioni dell'eccidio di Luni, e con ciò sdebitarsi meco della fatta promessa.
IV
LEGGENDE
Conduntur feretro sub tergo corporis enses.
APPULUS, lib. 3, t. 5.
E la promessa fu sciolta. Tre soli giorni io stetti ospite di questo amico, la cui modestia mi vieta di qui scrivere il nome, ma la memoria dell'ore insieme trascorse mi vivrà lungamente nell'anima. Delle molte e svariate memorie sulla rovina di Luni, ch'io per suo mezzo raccolsi, racconterò alcune che alla storia possono in qualche parte annodarsi.
Lucio, principe di Luni, preso perdutamente delle bellezze d'una giovane imperatrice che viaggiava in compagnia di Alarico suo sposo, era per morirne di dolore, giacché, sebbene la donna lo ricambiasse di pari affetto, pure la gelosia del sospettoso marito, toglieva loro ogni speme di potersi abboccare. Senonché amore, fabbro d'inganni, venne finalmente ad aprir loro una via di salute. L'imperatrice finge d'essere improvvisamente assalita da grave morbo: il medico, posto a parte del meditato secreto, agevola il tradimento e fa correre voce che pochi giorni di vita le sopravanzano. L'astuta trama fu condotta con un'arte mirabile. Sparsa la nuova della sua morte, Alarico che teneramente l'amava, ordina le sia celebrato il piú solenne funerale che mai si vedesse, e cieco di dolore per tanta perdita, si diparte da que' luoghi che gli rammentavano una sí acerba sventura.
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