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Spavento di Dio! Da qual mano arcana parte il colpo improvviso che stende il vescovo a terra? Nel punto istesso in cui stava per essere calato nel suo sepolcro, sbalza Astingo gigante fuor della bara, ed afferrato il vescovo per i capelli, lo impiaga di mortale ferita. Questo fu il segnal della strage. Cessano i guerrieri Normanni gl'infinti singulti, e tratti fuori bravamente dalle vesti le daghe nascoste, si gittano come leoni sovra i disarmati Lunesi, e ne fanno orrendo macello. La santità del tempio non affrena la loro cupidigia di sangue: cadono i sacerdoti appié degli altari, al fianco dei consorti le spose, in braccio delle madri i lattanti: tutto è orrore, desolazione e rovina. Divenuto per tanta empiezza signore di Luni, Astingo riconosce il suo errore ed apprende esser Roma ancor molto lontana. Ciò rinfocò a piú doppi la sua rabbia bestiale, talché cieco di nuovo furore, si rovesciò armata mano sull'afflitta città ch'ebbe a soffrire quanto di piú crudele abbiano giammai registrato le istorie. Sfogata ogni fiera libidine, e stanchi d'atterrare e d'uccidere, trasportarono le ammassate ricchezze nelle navi, come pure le donne piú avvenenti ed i giovani capaci dell'armi(29).
Lungi dieci miglia da Luni è Tiro, vaga isoletta, ove sorgeva in que' secoli il ricco tempio di San Venerio. Quivi non curando la religione del luogo, si gittarono i Normanni, non ancor sazii di preda. Fuggiti i monaci per il terrore, non vi trovarono che un vecchierello, il quale, acceso da sacro ardimento, osò rimproverare ad Astingo la sua immanità, dicendo che non gli avrebbero (soccorso dal cielo) potuto torcere un sol capello.
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