VI
I Genovesi ed i Pisani, non paghi allo sterminio dei Mori nel territorio di Luni, collegarono le loro forze per cacciarli dalla Sardegna, ove Muset, fuggitivo dalla Liguria, si era di bel nuovo ricoverato. Una flotta dei due popoli veleggiò allora verso le coste dell'isola; e quest'impresa fu l'armamento navale piú formidabile che quelle età ci ricordino. Amendue questi popoli eran mossi da pari odio contro i Saraceni; gli uni ricordavan Pisa, salva a stento dalle fiamme dei barbari per virtù d'una donna; gli altri, Genova due volte assalita e orrendamente devastata. Per quanto Muset si affaticasse con arte ed animo a rintuzzarli dalla spiaggia, i collegati sbarcarono; ed egli scampava di bel nuovo spiccando dalla proda uno di que' navigli che tenea in pronto per corseggiare nel Mediterraneo.
Quella vittoria generò dissensione tra i Pisani e i Genovesi. Dicesi che questi due popoli si fossero condotti alla stessa impresa, con patto, che i primi riterrebbero il territorio conquistato; i secondi, le ricchezze strappate ai Mori. Ma che i Genovesi, vista l'enorme disuguaglianza del guadagno, tentarono deviare dalle condizioni, e tant'oltre procedette la contesa, che la decisero coll'armi in pugno. I Pisani, attenendosi alla stessa narrazione, sarebbero riusciti vincitori, ed avrebbero scacciati dalla Sardegna, scrive Sismondi, coloro che gli aveano aiutati a impadronirsene. Ma Gerolamo Serra si oppone a questa sentenza, ed afferma che divisero coi Genovesi alcuni luoghi marittimi conquistati sui Mori.
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