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La piccola città di Rapallo è posta leggiadramente a cavaliere del golfo, che da lei si denomina. Le due braccia del litorale si convergono per modo ad ambo i capi della rada, che formano un porto sicurissimo ed una scena pittoresca quant' altra mai:
Rompendo il vento avversoIn guisa il chiuso mar difende e copre
Che il noccbier baldanzoso il curvo pinoFidar gli puote in sen, benché non ponga
O ferro o fune a sua licenza il freno.
Non è senza gloria questo picciolo seno della Liguria. Se a Rapallo vien conteso l'onore d'essere stata l'antica sede di Liguri Tigulii, può ricordar tuttavia con orgoglio le sue quattro galee che pugnarono gloriosamente di concerto coi Genovesi, nella guerra Pisana. Saccheggiata orrendamente dagli Svizzeri, che non perdonarono nemmeno agli ammalati nell'ospedale, seppe l'anno appresso (1495) vendicarsene degnamente e liberarsi dalla tirannide dei Francesi(37).
Una gran parte degli uomini di Rapallo traggono la loro sussistenza dalla pesca del corallo, di cui non sono affatto privi gli scogli della Liguria. "Antico appresso Genovesi, scrive il cav. Bertolotti, è il lavorio del corallo, e il loro smercio de' coralli lavorati nelle parti orientali. Essi li recavano nel medio evo alla Tana, dove li compravano i mercadanti persiani per trasportarli e diffonderli nell'Asia centrale. Quando i Portoghesi, primi di tutti, arrivarono per mare all'Indostan, il re di Calicut domandò loro che gli portasser coralli. Di quindi in poi i coralli lavorati di Genova passarono a Lisbona, donde trapassarono a Goa.
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