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      Il quarto, che non avea troppa voglia di veder l'uridi del paradiso maomettano, credè suo meglio raccomandarsi alle calcagna, e gittò per terra la semiviva giovanetta. Majocco, non d'altro bramoso che di salvare la sua fidanzata, agilissimo e robusto come era, la tolse in braccio, e, discesa la scaletta del terrazzo, si cacciò nuovamente traverso i campi.
      Dragutte, che aspettava i quattro corsari, visto tornarne uno solo e senza la preda, gli menò un colpo di scimitarra sulla nuca e compiè la vendetta del marinaio. Ma ben presto uno stuolo di Mori si slanciava dietro i passi del fuggitivo, con ordine di strappargli ad ogni costo la giovanetta o non tornare mai piú. Majocco, salendo il monte, uso ad arrampicarsi sulle antenne scosse dalla tempesta, pratico de' sentieri, già si era ridotto in salvo sulla cima d'una collinetta, quando, gittando gli occhi abbasso, distinse il balenare delle scimitarre che la luna ripercuoteva, e quattro uomini che correvano alla sua volta. Si toglie nuovamente in braccio l'amato peso e si caccia a tutta lena tra i giri e i rigiri della montagna. A vederlo in quella furia precipitosa, coll'amata giovanetta ravvolta in parte nel lenzuolo, l'avresti rassomigliato ad un lupo che, rapita l'agnelletta, corre ad inselvarsi. Giunto sopra un picco della montagna, inaccessibile ad ambo i lati per due precipizii, fe' sosta, depose sopra un tappeto di verzura la sua fidanzata, e con un senso gentile di verecondia, la coperse, come meglio seppe, col lembo del lenzuolo; quindi, inginocchiatosi dal lato, ringraziò Dio della visibile protezione che gli aveva accordata.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Mori Dio