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      Finalmente un fragoroso volger di chiavi nel serrame della porta, la riscosse con ispavento; ma sedotta al tempo stesso dalla speranza che le recassero il suo bambino, tese le braccia con bramosia a quella parte.
      Ma ecco invece comparir lentamente la sinistra figura del castellano, il quale, fatto cenno alla vecchia di ritirarsi, mosse ove giaceva la povera Enrichetta, sola, tremante, al cospetto di quell'uomo inesorabile.
      Dopo che altre simili scene di donne prigioniere, a discrezione d'un ribaldo, furono egregiamente descritte da romanzieri sí nazionali che stranieri, lascerò al lettore imaginarsi quali fossero i sentimenti di queste due persone che si trovavano la prima volta faccia a faccia in quel luogo, e quale fosse il loro colloquio.
      Avvengono circostanze in cui pare che la Provvidenza abbia affatto ritolto il suo sguardo dall'innocente; momenti in cui il genio fratricida di Caino campeggia incontrastato sopra la terra; momenti formidabili in cui dubiteresti di Dio, della coscienza umana, dell'anima e dell'immortalità; momenti misteriosi, in cui forse il sangue del giusto offerto in olocausto, espia i delitti altrui. Chi sa che il dolore di Enrichetta, oppressa ed incolpabile, non espiasse in quegl'istanti altri dolori che forse gli antenati di lei fecero soffrire ad altre innocenti?
      L'iniquo castellano credette meglio infingersi per riuscire a' suoi fini; accarezzar la sua vittima, prometterle un felice avvenire. Vedendo però inutile ogni tentativo da questa parte, ricorse alle minaccie; quella carcere tenebrosa non si sarebbe mai piú dischiusa per lei; ferree catene avrebbero strette le sue membra a quei pilastri di granito; la forza avrebbe trionfato d'ogni sua resistenza.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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