Colui finalmente che di pellegrine vedute e di scenici orrori va in traccia, appaga il suo desiderio contemplando i selvaggi vestiboli di queste caverne e le spalancate lor gole,
Ove la negraNotte col sol combatte, ove è la luce
Dubbia, e d'incerte tenebre commista.
L'acque che si precipitano negli intricati laberinti di queste caverne "formano, prosegue il cav. Bertolotti, immani serbatoi che la mente sola, divinando, argomenta, e per occulti anditi ed anfratti vengono ad emanare e fluire nel basso dei monti copiose per tal sorta e perenni, che una delle scaturigini loro fa girare tre mulini d'inverno ed uno d'estate, senza mai venir meno anche dopo tre mesi di siccità... Regina delle Sprugole recipienti è quella di Tegori, addimandata in nobil favella la caverna di San Benedetto. Giace tre miglia dietro la Spezia, ed ingoia i torrenti precipitanti dai monti che, col girare tutt'intorno, fanno di quel luogo una rinchiusa concavità. La vince in grandezza ed agguaglia in orridezza l'altra di Campostrino; ma solo un meschino rigagnolo a questa reca tributo. Raccontano che quando per le strabocchevoli pioggie si profonda grandissima copia d'acque nella caverna di San Benedetto, un gagliardo vento, accompagnato da strano frastuono, sbocchi e prorompa da quella di Campostrino, che non è gran fatto lontana. Il che proverebbe che l'aria, cacciata dalle acque fuor de' torti avvolgimenti dell'una, per lo sfiatatoio dell'altra si scarica e fa impeto.
Baldassarre, estenuato dalle asprezze del cammino che tutta notte avea percorso a gran passi, e temendo che gli scherani del marchese dell'Aquila lo incalzassero alle spalle, provvedutosi di qualche cibo per sè e per il picciolo suo padrone, si recò a ventura il potersi rifugiare in questa caverna; e tanto oltre procedette in quegli oscuri laberinti, che sarebbe stato quasi impossibile il discoprirnelo.
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