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Ma in quella, s'aprì l'uscio della camera, e comparve tutto affannoso il Draghignazzo, quell'atroce sicario che voi già conoscete:
— Padron mio, la vallata è piena di nemici; le bandiere della repubblica di Firenze compaiono d'ogni parte all'intorno del castello.
— È davvero che il vino ti fa sognare ad occhi aperti — rispose il Castellano, iscolorandosi a quella notizia, eppur tentando d'ingannare se medesimo. Ma scoppiarono in quel momento voci alte e minacciose, come di moltitudine che si prepara ad un assalto.
Non era tempo d'indugiare; il Marchese ed il sicario corsero immantinente sui merli del castello ad ordinar la difesa; ed Enrichetta, soccorsa visibilmente la seconda volta dalla mano della Provvidenza, si gettò in ginocchio a ringraziarnela con l'effusione di tutta l'anima. Quindi si aggrappò alle sbarre della finestra, per assistere alla scena del combattimento che avea già cominciato.
XII
Draghignazzo avea benissimo conosciuto lo stemma di Firenze nelle bandiere che sventolavano in vicinanza del castello. In que' tempi in cui la politica dei faits accomplis non era stata ancor proclamata dalle tribune, la repubblica non si tenne sciolta dagli obblighi d'alleanza che la vincolavano alla famiglia massacrata dei Marchesi della Verrucola, nè ebbe per legittima l'usurpazione dei loro feudi, perché era stata già compiuta del castellano dell'Aquila. Ma senza tergiversare, senza discutere a modo dei dottrinari, credè necessario e nobile l'operare; e non sí tosto il vecchio Baldassarre comparve in mezzo alla sala del loro consiglio, sollevando tra le braccia il bambino Spinetta, l'unico erede dei Marchesi raccomandati, spacciarono un forte nerbo di cavalli e di pedoni, per istrappare al signore dell'Aquila il mal tolto ereditaggio, e riporre Spinetta ne' suoi diritti e ne' suoi poderi.
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