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      Maometto inalbera la mezzaluna sopra la sponda europea; e comincia la storia moderna. Quale sarà la destra che venga a rialzare il labaro sulla vetta di Santa Sofia, di quel tempio già dedicato allo Spirito Santo, ora convertito in moschea? Qualunque sia per essere questa potenza, darà, certo, principio ad un'era novella; succederà tra le nazioni d'Europa un nuovo equilibrio, un nuovo sistema politico. Ma non precediamo gli avvenimenti; per ora, ci stanno innanzi i tre recinti di muraglia dell'antica Costantinopoli, cui preme il ferro dei barbari, con 250 mila uomini dalla parte di terra, e con una flotta formidabile ancorata nel canale del Bosforo.
     
      III
     
      Era una notte serena, uno di quei stellati che risplendono solamente sul cielo di Costantinopoli. Le acque dei mari, che le recano in tributo il commercio dell'universo, scintillavano silenziose ai raggi della luna; mentre la vetta dell'Olimpo, soprastante alle montagne di Brussa, coronate di nevi, chiudea la scena di quel magnifico panorama. Da una delle piú alte finestre del Castello dei Genovesi, trapelava un debil lume, ed appoggiata a quella finestra protraea la notte, tacita e pensierosa, una giovinetta bellissima, simile forse a quell'Ero che, poco lungi da queste sponde, aspettava l'amoroso Leandro. È armata di tutto punto, tranne il capo che appoggia languidamente sulla palma della mano, mentre anella ricchissime d'una bionda capigliatura le si svolgono sopra le spalle. Tale forse brillò l'imagine di Clorinda all'amorosa fantasia del Tasso; se non che l'alterezza di quelle sembianze è temperata da una profonda malinconia.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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