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      La gabbia di ferro, entro cui spezzasti la tua fronte spogliata del suo diadema, recherà il compianto dei posteri all'infelice tuo valore, degno di miglior sorte. Rassegnati al valore di Allah! Egli solo è grande ed invincibile!
      L'anima del dormente era piena d'una pietosa ammirazione alla vista di Bajazet; né potea saziarsi di contemplare la maestà della persona, le erculee forme dell'eroe, che per tre giorni, senza tregua, pugnò contro i Tartari, e che, chiuso finalmente, come una belva, dentro una gabbia di ferro, si spezzò la fronte contro le sbarre della sua carcere.
      Ma in quella che Maometto stava assorto nella visione de' suoi padri, Guglielmo ed Eloisa, sotto mentite spoglie di musulmani, aveano traversato l'accampamento e si mettevano per una collina che si atterga alla città assediata. Giunti su d'un poggio, d'onde l'occhio signoreggiava ampiamente Costantinopoli, il porto e il campo degli Ottomani, Guglielmo, esplorato se il luogo era sicuro da ogni insidia, fe' cenno alla giovanetta di ritirarsi tra le rovine d'un edifizio, che sorgea poco discosto, ed ivi aspettarlo. Certo che Eloidin non correva alcun pericolo, si mise guardingo per un sentieruccio che si inabissava dentro una valle cupa, solitaria, mentre la giovinetta, rimasta sola nel triste silenzio della notte e delle rovine, siedette malinconica su d'un macigno, all'ombra prolungata d'una torre, che potea nasconderla ad ogni sguardo.
      — Città infelicissima! parea dicesse fra se medesima, contemplando il triplice recinto delle sue mura, già parte crollato dai secoli e parte dalla tempesta delle palle nemiche.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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