Guglielmo soffermossi meravigliato, e pratico com'era dei luoghi, s'avviò di filato a una porticina, incassata nel muro e l'aperse.
Ora come descrivere lo strano spettacolo, le imagini luttuose, che doveansi presentare agli occhi d'Eloisa, non sí tosto, guidata dal marinaio, sporse il capo da una tribuna, e gittò lo sguardo maravigliato nell'interno di quel gran tempio?
Immersa, perduta fra le tenebre, poiché regnava ancor la notte, si ergea la cupola della chiesa, chiesa misteriosa, riserbata — sa Dio solo! — a quali destini. Due volte incenerita dall'incendio risorse piú grandiosa, piú venerata; monumento primo del Greco Genio, che, svincolatosi dalle leggi dell'arte romana, instaurava alla Religione di Cristo, nella nuova metropoli dell'impero, quell'edifizio meraviglioso che dovea quindi servir di modello alle altre chiese d'Oriente, e segnar l'era nelle arti del medio evo; chiesa misteriosa, che sopravvisse all'impero di Costantino, ed ora convertita in moschea è pur sempre lo scopo alla speranza dei Greci, che nella devota aspettazione d'un gran giorno non vollero dedicare altro tempio alla sapienza eterna! Posta, come anello, tra l'Asia e l'Europa, tra le grandi epoche dell'antica e della storia moderna, chi sa non sia riservata a innalzare nuovamente il labaro dove ora risplende la mezzaluna?
Eloisa, come dicemmo, s'affacciò dall'alto della galleria che scorre tutto all'intorno della chiesa; e a prima giunta non potè distinguere, piena d'un sentimento religioso e di profonda meraviglia, lo strano spettacolo che di subito le si presentava.
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