Pagina (328/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Avea abbandonato il bel cielo di Spagna, il castello de' suoi padri, le fiorenti pianure di Castiglia; pieno d'amore e di speranza era venuto alla corte di Costantino, e già stendeva la mano di sposo all'imperial giovinetta; ma tutto invano!
      Ieri ancora prima che uscisse a battaglia, aveva impresso furtivo un bacio sopra la fronte della sua fidanzata. Oh quel bacio fu il primo e l'ultimo, ultimo quell'addio lungo e doloroso, da cui pur troppo non potea svincolarsi!
      Ed ora giace cadavere a' piedi di quell'altare, ove doveansi compiere le speranze piú vagheggiate della sua giovinezza, circondato da quei cavalieri compagni d'armi che avrebbero assistito in corteggio alla cerimonia nuziale. Il giovanetto, animato dal coraggio di Pelagio da cui discendeva, e spinto dal suo odio ereditario contro il vessillo de' Musulmani, si scagliò dove la mischia ardeva piú feroce, incitato, oltre gli istinti suoi generosi, dalla brama di presentarsi alla sua fidanzata, bello di allori marziali. Giustiniani, vedendolo incalzato, avviluppato dalle schiere dei Giannizzeri, accorse per liberarnelo; la massa dell'intrepido Genovese si ruotava sanguinosa fra le teste dei Mussulmani; ma non ebbe miglior ventura che di salvare il cadavere del giovinetto.
      Mentre Eloisa e Guglielmo stavano assorti nel dolore e nella preghiera, compresi dalla santità del rito e del luogo, che riusciva ancor piú maestoso per le tenebre di cui s'avvolgeva, brillò, quasi ad un tratto, sull'alta vetriata del tempio la luce fiammeggiante del mattino; illuminò la navata vastissima e quindi si diffuse gradatamente nell'interno dell'edifizio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Spagna Castiglia Costantino Pelagio Musulmani Giannizzeri Genovese Mussulmani Eloisa Guglielmo