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      Ma appena pronunciate poche parole bisognava separarsi, poiché il tumulto inaspettato nel campo dei Mussulmani e la notizia che si era già sparsa di qualche strano avvenimento, chiamavano ogni guerriero sulle mura della città.
      Eloisa volea seguirli ad ogni costo; ma suo padre, Lercari(43) non lo permise, sí bene la condusse sulla cima d'una torre, nell'interno della città, donde si dominava ampiamente il campo degli assedianti e il magnifico panorama del Bosforo, teatro, in quel momento, d'un impresa meravigliosa.
      Eloisa, nel punto di nuovamente separarsi da essi, abbracciò il padre, strinse con tacito accoramento la destra di Giustiniani, e pensò alla sorte del Toledo!
      Il giovane eroe lesse negli occhi della vergine ciò che volgeva nell'anima, e rincorandola con un sorriso, che ben mostrava di intenderla.
      — A rivederci, le diceva, o Eloisa; e forse con migliori auspicii che voi sperate!
      Eloisa lo accompagnò collo sguardo, e quindi appoggiatosi sul davanzale della finestra, sentì infiammarsi tutti i suoi spiriti allo spettacolo grandioso e solenne che di subito le si appalesava. Il vecchio marinaio non l'avea abbandonata, tuttoché ardesse di far sue prove coi Turchi, cui non dava altro nome che di cani e di rinnegati; Lercari gli avea affidata la figliuola; ed egli, senza piú chiedere, si tenne alla consegna non meno severamente, che se gli avesse affidato il timone del bastimento.
      Il sole, che sorgea già alto, rifletteva i suoi raggi sulle file luccicanti dell'esercito mussulmano preparato a battaglia e sull'acque del Bosforo, agitate da un insolito remigare, da un continuo incrocicchiarsi di navigli.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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