Maometto vedutone il buon successo (V. Storia di G. Serra) tosto gettava nel medesimo luogo un ponte lungo cento cubiti e largo cinquanta, sostenuto da botti e da travi concatenate insieme. L'uno dei capi metteva al campo di Zagan presso Galata, l'altro all'opposta riva verso la porta Fanaria. Rimpetto a quella di san Romano le forze riunite di sessanta buoi e di quattrocento schiavi piantarono la bombarda massima, contenente un diametro di dodici palmi secento libbre di pietre. Dinanzi al lato sinistro del ponte diè fondo la squadra anzidetta in atto di fulminare chiunque dalla bocca al porto osasse appressarsi. Cosí Costantinopoli fu investita da ponente e da levante, di terra e di mare.
Giustiniani, esaminato attentamente il campo dei nemici, s'accorse che tutto l'impeto dell'assalto sarebbe stato diretto contro porta di san Romano. Gli artiglieri mussulmani, quasi tutti rinnegati, aveano giurato sul proprio capo di rovinare le quattro torri che da quel lato difendean la città, e minacciati dal sultano che li avria fatto stritolar come paglia, se non riuscivano compiutamente nell'assunto, aveano trovato nuovi modi per maneggiare con piú di efficacia le loro grosse artiglierie.
Il giorno fu consumato in preparativi di difesa: Giustiniani fu dovunque, non meno provvido di consiglio che infaticabile all'opera.
Fatta notte, chiamò in sua camera il vecchio marinaio, il quale stette attonito e intenerito a contemplar le sembianze del giovane capitano; l'avresti detto invecchiato in quel giorno.
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