— Guglielmo, cominciò Giustiniani, sereno, rassegnato, stamane tu mi annunziavi che il porto della città era chiuso da tutte le parti, e pur troppo ben t'apponesti! Qualunque sia quell'essere misterioso che te ne diede l'avviso, le sue parole sono veraci e terribili... Sento che vi è una forza inevitabile, superiore ad ogni umano provvedimento!... Ti soggiunse che io, Lercari, l'imperatore saremo morti tra pochi giorni...
— Veramente, rispondea interrompendolo, il vecchio marinaio, per darvi quest'avviso potea incaricare qualchedun altro... che gli avrei ceduto volentieri l'ufficio; ma parea cosí accorato, cosí maestoso quel santo vecchio che io mi sentii sopraffatto da una potenza invincibile e non ebbi fiato a rispondergli.
Mentre egli mi parlava, soggiungea il marinaio, distese il braccio in atto di accennare qualche cosa; io mi rivolsi da quella parte ed allora... Oh spettacolo! tra un nembo vorticoso di fiamme e di polvere vidi distintamente le torri della città che rovinavano, a guisa di canne spezzate dalla bufera; e intanto mi giungeva all'orecchio, mi feria al cuore un misto tale di lamenti, di lacrime, di bestemmie, un cozzo tale di spade contro spade, che io ne temeva e rabbrividiva. Mi parve, poco dopo, dileguato quel gran fumo, di scoprire una testa tutta grondante di sangue sulla punta di una picca, e mentre rompea la calca per osservarla piú da presso, riconobbi in quella le sembianze di Costantino! Cercava di voi, di Lercari, e vi trovava ai miei piedi amendue cadaveri, coperti del vostro mantello, entrambi dentro una sola bara!
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Giustiniani Lercari Costantino Lercari
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