Non abbiamo piú nulla a dire se non col ferro alla mano. Tornate al vostro condottiero; qui vi attendo di pié fermo.
— Ma... — proruppe allora il cappellano che era stato presente a questo colloquio, e che punto non gli garbava di andar sí tosto alla gloria eterna — non vi sarebbe... un mezzo termine...
— Rassegnatevi anche voi ai voleri della Provvidenza! — l'interruppe dispettosa Eloisa, fulminandolo con uno sguardo di dispregio — Uscite pure se non avete coraggio di morire come conviensi. Voi, Guglielmo, sarete meco, non è vero, soggiunse ella rasserenandosi, e stringendo la mano al vecchio marinaio, la cui sembianza esprimeva bastantemente il ferreo proposito dell'anima sua.
— Non ho vissuto che per voi, rispose questi; mi rincresce solo che morirò in terra, calpestato forse da questi marrani; mi gettassero almeno in mare, dove augurai sempre la mia sepoltura!
Ma quando il Mussulmano si fu allontanato, Eloisa rimasta sola coll'intrepido suo compagno, le si avvicinò pensierosa, con occhi non senza lacrime, perché sentiva che quel colloquio era forse l'estremo:
— Guglielmo, tu sei l'uomo del sacrifizio, cominciò a dirgli con profondo accoramento; a quest'ora, per vivere, ci vuole assai più coraggio che per morire; ma la tua forza, o Guglielmo, è superiore ad ogni evento. Tu vorrai consacrare i tuoi giorni alla difesa della povera Irene, la quale, ad ogni costo, non dee cadere nelle mani de' suoi nemici.
— Volete dire che io v'abbandoni, Eloisa, che io mi ritiri in questo momento?
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