Brillò il mattino; il cielo e l'acque si colorarano in viva porpora; la brezza agitò mollemente l'erbe selvatiche, le ghirlande d'edere, sospese leggiadramente a quelle rovine. Lo straniero, che il nostro lettore avrà già riconosciuto, uscì dalla camera d'Eloisa; ma giunto alla soglia, si volse addietro; il passato risorse intero, vivacissimo nella sua anima; ma tutto è muto, tutto è deserto.
Nessuno seguì le traccie dello straniero; ma la tradizione soggiunge che uno sconosciuto si recò all'isola di Bergegi; che i buoni monaci lo raccolsero, né mai lo richiesero dell'esser suo. Il pellegrino, seduto talvolta sull'aspra cima dell'isolotto, solo, in profondo raccoglimento, contemplava le torri del Saraceno; né avvedeasi della notte che lo circondava e talvolta della pioggia tempestosa che lo percuoteva. Anch'egli, a breve andare, calò nel sepolcro, rassegnato e credente nella croce di Gesù Cristo. Poca terra, accumulata sopra quel capo, nascose in eterno la sua origine, il secreto del suo dolore e la storia della sua vita.
Questo sconosciuto era forse il Saraceno?
PIETRO GIURIA.
LESEI GIORNATE DI GENOVA
I
Era il 3 settembre, e le prime scolte dell'austriaco vanguardo mostravansi a S. Francesco della Chiappetta: il dí seguente a San Pier d'Arena. Al colore delle truppe tedesche aveano riparato in città meglio di seimila famiglie di val di Polcevera, e non poco cresceano il tumulto di Genova. In nemico stava alle porte, e non s'avea soccorso di fuori, non danaro, non soldati in casa, tranne pochi stanziali.
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