E questa è la gloria vera delle nazioni; che in quel bollore degli animi splendono altissimi fatti in oste e in città, stranieri ceppi si rompono, e in libero reggimento si rassoda lo stato. Ai non domi coll'armi sempre puzza una signoria forastiera, e que' fortissimi popolani, lasciata la via dei mezzani partiti che sempre fu la ruina degli stati, sorsero in piè coraggiosi, né un solo istante dubbiarono tra il far Genova druda dello straniero o donna de' proprii destini.
Correva il dì 5 decembrc, e un drappello di soldati tedeschi trainavano sull'imbrunire per la popolosa Portoria un mortaio da lanciar bombe, tolto alle mura dell'afflitta città. Taciti e colle braccia al petto conserte que' popolani sguardavano a guisa di leone che posa il duro affaticare degli Alemanni, quando giunto il mortaio a mezzo di quella via che dai quattro canti di Portoria fa capo all'ospedale di Pammatone, per soverchio peso affondò. Invano fanno ogni lor prova i Tedeschi per sollevarlo: invano chiamano gente in loro soccorso, quei fieri animi disdegnando farsi strumento a tanta viltà, ad una voce ricusano, e poiché un tale avvenimento accadeva presso un'immagine di N.D. ch'ivi anche oggigiorno si venera, tutti l'ascrivono a divino prodigio, e fiduciosi risolvono di mostrare al rapace straniero che l'antico valore ancor bollia ne' lor petti. Visto gli Alemanni tornar vana ogni lor opera, e intesa l'audace repulsa, bestiale furore gl'invade, e alzato il bastone, a furia di colpi intendono costringere il popolo all'abborrito lavoro.
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