S'ei disse il vero, non l'ascose l'effetto. Imperocché il popolo, che non conosceva capitoli, né avea patteggiato collo straniero, visto che l'armi gli contendeva la patrizia viltà, divisosi in ischiere, in drappelli, diessi in tutta fretta alla ricerca di fucili, di stocchi e di spade; strappava l'armi di mano ai soldati, dicendo loro: — Andate a Palazzo, ed altre n'avrete; — quindi se gli usci non gli veniano tostamente aperti, entrando con lunghe scale i signorili palagi, e specialmente quelli degli officiali di guerra, ad ogni arnese atto ad offendere dava di piglio: le botteghe degli armaiuoli, se chiuse, sfondava, e quando avea forma d'armi seco traeva. Parrà cosa incredibile e pur vera, che in tanta pressa di gente, che con urla e schiamazzi parea volesse mandar Genova a ruba, niun atto di violenza si esercitasse, niun oggetto, ch'arme non fosse, venisse da quelle case o botteghe involato.
Sebbene non fosse pur anco il popolo armato, ed incerti o mal noti i guidatori della rivolta, pure novella prova qui s'ebbe della virtù genovese. Imperciocché il Botta, delle minacce non pago, avendo mandato a riprendere il mortaio ed altri cannoni una compagnia d'artiglieri e guastatori, fiancheggiata da forte nerbo di granatieri, giunta appena per la strada di Prè a Fossatello, ecco che un'ondata di popolani le taglia la via, e una fitta sassaiuola la ricaccia per la via di Sottoripa alle porte di San Tommaso. Ivi acquartieravano numerose soldatesche, fra le quali i granatieri de', reggimenti Piccolomini ed Andreassi; talché, rincorati i fuggenti, fer alto e voltarono faccia.
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