Però sorse tenace nel popolo, sprone ad altissimi fatti, la fede del soprannaturale soccorso, e tanto oltre si giunse, che dall'universale si tenne aver il profeta Isaia predetta una tale vittoria. Imperocchè il giorno stesso che i popolani presero l'armi contro i loro oppressori (6 dicembre), le azioni del Divino Offizio dicevano: — Erunt capientes eos qui se ceperant, et subiicient exactores suos. — E poco dopo: — Cessavit exactores, quievit tributum, contrivit Dominus baculum impiorum et virgam dominantium — (Isaia, cap. 14). E nel giorno dieci in cui n'ottennero pieno trionfo. — Auferet Dominus lacrymam ab omni facie et opprobrium populi sui auferet de universa terra — (Isaia, cap. 25). Il dì poi di domenica, la terza dell'Avvento, che cadde agli undici, portò intero il compimento della profezia espressa a capello nella terza lezione (Isaia, cap. 26); talchè rotti e cacciati i nemici, cantarono i cittadini: — Domine, dabis pacem nobis omnia enim opera nostra operatus es nobis, Domine Deus noster, possederunt nos Domini absque te, tantum in te recordemur nominis tui... propterea visitasti et contrivisti eos, et perdidisti omnem memoriam eorum.
III
Travolto anch'esso il Botta negli amari passi di fuga, volgea, bestemmiando, le spalle ad una città che tanto tempo avea taglieggiato, e ch'ora gli usciva di mano. Girava talvolta intorno lo sguardo, e non vedendo che scoramento nelle assottigliate sue schiere, cupa rabbia dilaniavagli il cuore. Giungea rifinito di forze in San Pier d'Arena, e mentre sulla piazza Dinegro tentava riordinare le scompigliate sue truppe, poco andò non fosse morto da' nostri che gli appuntarono contro un cannone.
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