E già il governo del popolo cominciava a declinare: assidui i trambusti, inobbediti i comandi. Fin dal 17 dicembre s'apriva sulla piazza dell'Annunziata una generale assemblea. Depone ansi i primi magistrati come eletti tumultuariamente, sebben fosse il popolo della loro amministrazione oltre ogni dir soddisfatto; creavansi un nuovo consiglio estratto da ogni ceto, escluso il nobilesco, composto di 36 membri; 12 artisti tratti a sorte; 8 fra avvocati, notai e mercatanti; 12 fra quei capi-popolo che primi aveano dato di piglio all'armi, e 4 fra i terrazzani delle due Valli. Nuovi editti emanavano, statuirono un corpo di cittadine milizie forte di 15 mila uomini divisi in cencinquanta centurie; essi doveano attendere a' loro quotidiani negozi, pronti ad entrare in fazione al bisogno; alle schiere soldate ordinarono di star parate ne' loro quartieri al piú piccolo cenno. E accadde tale avventura che fe' aperto conoscere al quartier generale come egli potesse contare su meglio di venti mila guerrieri. Perciocchè avendo il popolo cominciato a stormeggiare e levar grida sovra i bottini che alcuno de' capi s'era per la maggior parte appropriati, ad assopire il grave tumulto parve espediente distribuire alle turbe 800 pezze. Era la vigilia del Natale, ed il popolo abbandonavasi a smodate allegrezze, quando una frotta di gente ch'era a Carbonara a godersi l'avuto danaro, passando presso l'albergo dei prigionieri tedeschi, fe' in segno di giubilo una salve di moschettate. Al subitaneo fragore suonò a martello la cattedrale e tutte le chiese di Genova; il popolo corre ad armarsi, e avvisando esser giunti gli Austriaci alle porte, alcuni si danno ad occupare le mura, lo Sperone ed il Castellaccio, altri accorrono al quartier generale, e le Valli anch'esse ratto danno di piglio alle spade.
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