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      Ma nell'avvicinarsi al porto, non vedevano il lido gremito di gente, non udivano i soliti gridi di allegrezza; e le torri apparivano abbattute, e le case in rovina. Approdano, discendono ansiosi, e dai pochi che rimanevano ancora, intendono come i Saracini avevano la città espugnata, messala a sacco, e molti uomini uccisi; ma le giovani donne e i fanciulli piú dilicati erano strascinati al giogo degl'Infedeli. Fu subito deliberato di sarpare un'altra volta, riavere la miglior parte di se medesimi, o morire. Già l'isolotto dell'Asinara, sulle coste della Sardegna, è alla vista, vele saracine sembrano quelle; il vento, la velocità de' remi, la smania d'esser subito alle mani han già divorato il cammino. La battaglia comincia, e dubbia non è; ché i nimici impediti dalla preda non fanno l'usitata difesa; quasi tutti son presi. Cosí variando fortuna le cose, i barbari in catene, e le donne e i fanciulli cristiani in libertà, fra gli abbracciamenti de' loro congiunti, entrarono nella terra poco avanti lasciata. Le croniche antiche, se il citato codice è veramente autentico, confondono i due fatti in uno solo; e tutte parlano di una fontana d'acqua, che vaticinando le narrate disgrazie, sgorgò sangue, ov'è al presente la piazza del Molo
      .
      (7) Si veggono ancora confitte nelle muraglie delle case le palle lanciate dai cannoni inglesi. Vedi il Viaggio in Liguria del cav. Bertolotti, là dove parla d'Alassio o Alessio.
      (8) Anche questa è una tradizione popolare conosciutissima nella Liguria.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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