Tornava inutile il dimandarle che la traesse lassuso. La sua estenuazione, la sua sparutezza lo palesavano anche di soverchio. Tuttavia le feci questa dimanda. Ed ella rispose: "Vengo a pregar la Madonna di farmi vivere ancora sei mesi."
Questa pia ingenuità mi parve un atto sublime di fede. Ma diversamente opinò un giovane che mi si era fatto compagno in quella salita. Era egli di piacevole natura, ed anche colto d'ingegno, ma ignorava che nel mondo vi ha di cose sí serie che il farle bersaglio a' motteggi è sconvenevolezza colpevole.
Il gran poeta che pose sulla comica scena il Tartuffo, avrebbe inorridito al pensiero di far ridere alle spalle d'un vero devoto.
Il giovine domandò alla donna d'onde venisse. "Sino da Chiavari" ella rispose. "E perché, sclamò egli, non pregar piuttosto la vostra Madonna dell'Orto, ch'è miracolosa ella pure, senza esporvi alla fatica del viaggio ed al rischio di soffrire, pel disagio, pel sole, per l'aria troppo sottile?"
Queste parole erano per lo meno intempestive: anzi, senza che il giovine punto ci pensasse, eran esse crudeli: perocché crudele è il togliere ad un infelice il conforto della speranza. Ma in una donna che fermamente crede, le parole degl'indifferenti sono come le stille d'acqua che sfuggono sull'inclinata superficie di un cristallo, senza lasciarvi pur segno del loro passaggio. Ella non rispose a colui, ma voltatasi verso di me, con bella fiducia soggiunse: "La Madonna di Montallegro non mi hai mai abbandonata."
E scorgendo che amorevolmente io l'ascoltava, fece un cotal riso in cui parve tralucesse un raggio della sua giovanile avvenenza, e cosí riprese a parlare:
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