Io aveva sedici anni, e Giorgio, un marinaio di Rapallo, era il mio innamorato. Se nol sapete, come forestiero, aggiungerò che tra noi l'innamorato d'una ragazza è quegli che intende pigliarla in isposa. Giorgio andò alla pesca del corallo sulle coste della Sardegna. I barbareschi, cosí infesti allora ai nostri lidi, predarono la barca in cui era, e lo condussero in ischiavitù. All'udire la dolorosa novella io non mi smarrii, ma chiesi a mia madre e ne ottenni di venire a questo santuario, accompagnata da un mio fratellino. Il fanciullo, dette tre Ave Maria, andò sotto gli alberi che ombreggian la piazza a trastullarsi con altri della sua età. Io rimasi sola soletta in chiesa, e mi prostrai dinanzi all'imagine della Madonna miracolosa. Gli sguardi di Giorgio ed i miei per la prima volta incontrati con simpatia in questo santuario. Per la prima volta noi c'eravamo qui parlati all'uscir della chiesa. Onde mi pareva che i nostri puri amori, nati sotto l'auspizio della Vergine, avessero il suo consentimento divino. Voi potete imaginarvi se io pregassi e piangessi di cuore. Nel fervore della mia orazione, e mentre i miei occhi erano di caldissime lacrime ripieni, mi rammento che cosí presi a sclamare: Santissima Vergine! per quel dolore che provaste nello smarrimento del vostro divin Figliuolo, deh fate che il povero mio Giorgio ritorni! — Giorgio ritornerà. — Io udii queste parole, e ben distintamente le udii. Mi rivolsi a guardare da chi e d'onde venissero: ma in chiesa non ci era persona.
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