CAPITOLO XII
Parte del modo che si averá a tenere nel fare la zeca.
Saper si dee che nel voler fare la zeca fa di bisogno che la prima causa sia il prencipe, poi il zechiero col contista, ed appresso l'oro e l'argento. E quanto al primo: i prencipi non dovranno or piú tolerare che si lavori senza ordine e senza regola universale, come sinora è stato fatto con tanta varietá di monete fatte sotto vari pesi di libre, e con vari rotti nelle leghe o finezze; ma ordinar dovrebbono che le monete fossero lavorate e fatte nel modo e con gli ordini nelle tariffe e nel capitolo XLVI descritti. Onde ne seguirebbe che tra gli assaggiatori non si disputerebbe a che finezze fossero state fatte. I zechieri ancora dovranno avere la loro debita mercede a ragion di un tanto per libra di monete, da doversi loro pagare da chi ne vorrá far fare o d'oro o d'argento; e qual mercede delle fatture da tutti si saprá, ed in particolare da chi fará fare i danari, e ciò col mezo delle concessioni, ordini e capitoli sopra ciò tra i superiori ed i zechieri fatti. Ed avvertire dovranno essi zechieri che i saggi siano giusti in tutte le sorti di monete, e che siano ben tirati ed asciutti dalle superflue umiditadi, accioché in esse sempre si trovi il loro giusto fino su quelle segnato; e quel zechiero, che fará piú a piacere nelle fatture, sará eletto dalli superiori, essendo loro grato; e quando alli zechieri fosse proveduto di qualche condecente annua provigione, come si costuma di cosí fare ad altre persone ingeniose e di virtú dotate, essi ragionevolmente dovranno pigliare assai meno, per conto delle dette fatture, di quello che loro fosse concesso di poter tôrre quando che non avessero provigione alcuna.
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