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      E, benché per li tempi passati gli scudi siano stati levati, e che di presente anco si levino dalle zeche sotto il numero di 109, overo di men numero alla libra; nondimeno dipoi, in breve spacio di tempo, per la maggior parte di essi, si sono trovati e anco si trovano esser al suddetto peso "della balla", e non sono mantenuti né mantener si possono in universale nel detto peso di zeca per molte cagioni, sí come di ciò è cosa manifesta. Ma ben gli scudi, che si faranno sotto gli ordini descritti, saranno mantenuti da ognuno nei loro giusti pesi di zeca; imperoché li pesi o campioni d'essi saranno molto differenti da una sorte all'altra, cioè da 99 a 113 1/7 e da 113 1/7 a 132, sí come nelle tariffe si vede. E non si potrá mai fare altro campione per essi scudi, che sia cosí accosto di peso al loro vero campione, nel modo che di presente si usa del detto "della balla", imperoché vi sará differenza da una sorte all'altra di grani otto o circa per ciascuno scudo. Oltreché, tutti gli scudi regolati e fatti sotto gli ordini proposti si conteggeranno per sempre a lire imperiali integre e giuste, sí come anco i ducati ed i bisilachi. Ora presuppongo che se ne troveranno essere in gran quantitá di questi scudi della balla, de' quali n'anderanno in numero 113 1/7 alla libra, ed in ciascuna libra di essi vi sono once undeci di pur'oro, per esser a finezza di denari 22, e perciò ciascun di questi scudi valerá lire sette imperiali, e quali scudi 113 1/7 fanno la somma di lire 792, e, apprezzando le dette once 11 d'oro a lire 72 l'oncia, fanno le medesime lire 792; in corrispondenza del qual oro vi entrano once 132 d'argento fino, perché 11 via 12 fanno la somma di once 132, il qual argento, valendo lire 6 l'oncia, fa l'istessa somma di lire 792, che è la vera concordanza.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458