Ora, avendo descritto e dimostrato qual sia la vera e real proporzione tra l'argento e l'oro, cosí dei pesi come dei valori, mi pare anco esser cosa molto necessaria dichiarare qual sia la vera proporzione tra essi preciosi metalli ed il rame; il quale, come molti autori affermano, fu il primo metallo che si cominciasse ad usare in far monete, seguendolo dopo qualch'anni l'argento e dipoi l'oro. E ciascun di loro fu usato cosí in quei tempi separatamente e non misto, quantunque fosse, dopo, trovato l'uso di accompagnarli, ma quasi sempre sotto ordini diversi e vari, cioè da un paese all'altro, secondo le varie opinioni degli uomini.
E, per far conoscere qual sia la detta loro proporzione, brevemente dico (a quelli però, che ciò non sanno) che prima sapere si dee il rame essere un metallo il piú propinquo e di maggior convenienza per sua natura all'oro ed all'argento, di quello che sia alcun altro dei metalli inferiori, e convenire con essi preciosi metalli in decupla proporzione, sí come dai filosofi è stato detto. La qual proporzione si ha però ad intendere in questo modo: cioè che una oncia di fino argento vaglia per dieci libre di rosso rame, che fanno once numero 120, ed una oncia di oro puro vaglia per libre 120 di esso rame; e, sí come once 120 sono libre dieci, cosí anco once 120 sono libre dieci di rame, però da once 12 per ciascuna libra. E con quest'ordine vien dimostrato e dichiarato qual sia la detta decupla proporzione.
E, accioché si possano fare varie sorti di monete di rame, come bagattini e simili, le quali sono usate in alcune cittá d'Italia ed anco fuori, forse per commoditá di una certa spesa che alle volte si fa alla minuta, e perché potrebbe venire il tempo che simili monete si userebbono in molti altri luoghi, ed essendo cosa ragionevole ch'ancor esse siano fatte sotto un sol ordine, e nella loro debita e real proporzionata corrispondenza e concordanza e delli pesi e delli valori, che convenga con le monete e d'argento e d'oro, ho fatto la presente tariffa, nella quale si mostra l'ordine e la regola che si dovrá tenere in fare di solo rame cinque sorti di monete di variati valori, cioè di valore di un bagattino. di 2, di 3, di 6 e di dodici l'una, senza rotti alcuni, né di pesi né di valori.
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