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      Ancorché i contraenti si potranno accordar tra loro di pagare con argento non coniato: il che potrebbe forse tornar conto e vantaggio a chi lo pigliasse, che non sarebbe cosí a chi lo desse in pagamento, e forse sarebbe anco utile ad ambe le parti. E tutto quello c'ho detto dell'argento, il simile si dee anco intendere per l'oro.
     
     
     
      CAPITOLO XXXVI
     
      Che per l'alterazione delli prezzi dell'oro e dell'argento ne vengono rifatte le monete.
     
      Si viene in cognizione ancora, per le giá dette ragioni, che, alterandosi di tempo in tempo per molte cause i prezzi e i valori di detti preciosi metalli, ne succede che vengono fose di mano in mano molte sorti di monete per farne altre delle medesime leghe, e nel farle vi si fanno entrare nei loro valori nuove soprafatture. Per il che le monete restano piú leggiere, e si spendono poi per i valori di quelle prime, e anco alle volte per maggiori. E, in cosí spenderle, pare che le mercanzie ed altre cose crescano di prezzi, procedendo tutto ciò molte volte dallo sminuito peso, over dagli alterati valori di esse monete, occorrendo anco alle volte che tali monete sono ricusate in diversi luoghi, per non trovarsi nel primo stato loro. Onde veramente si conosce esser cosa necessaria che i danari siano una volta fatti e regolati sott'ordini fermi e certi, nei quali abbiano da esser poi per sempre mantenuti.
     
     
     
      CAPITOLO XXXVII
     
      Sommario delli conti delle dette sei sortidi monete, date per essempio.
     
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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458