E tutto ciò dovrassi fare ed osservare, accioché li contisti ed altri possano per sempre fare i conti loro confronti con un sol ordine e una regola sola per il fatto delle monete, come se ciò fosse stato loro da un sol monarca commesso. Or qui, s'alcun dicesse che fosse cosa impossibile di poter fare ed osservare tutto quello che nel precedente e nel seguente capitolo vien proposto, veramente di gran longa in ciò s'ingannerebbe, per le molte e vere ragioni nel Discorso allegate: e, quando i prencipi possederanno ben questo fatto, conosceranno che ciò non apporterá loro danno alcuno, ma sí ben utile onesto ed onor perpetuo, e tanto per l'interesse particolare quanto per l'universale. Oltreché, i nomi di quelli, che nelle loro cittá e zeche osservare faranno questi ordini, eternamente con gran lode si manteneranno non solo negli Stati e regni loro, ma ancora in tutte quelle parti del mondo ove le loro monete saranno trasportate e spese: imperoché esse saranno in effetto da ogniuno mantenute e conservate per sempre nel loro essere e, tenute in gran considerazione e venerazione; il che veramente sará a perpetua gloria di essi prencipi, che cosí le averanno fatte fare.
Laonde la Santitá del sommo pontefice, la Maestá cesarea ed altri re e prencipi a chi spetta tal impresa, abbracciando questo fatto, potrebbono per legge publica ordinare che tutto ciò osservato fosse. E senza alcun dubbio non sará persona o publica o privata (come cosí tengo per fermo), che non accetti volontieri questi nuovi, veri, reali, facili e cosí utili ordini; conoscendosi che le cose delle monete sono per andar di male in peggio, ed anco perché ciascuno desidera conseguire con effetto nelle monete e d'oro e d'argento la giusta quantitá in peso del puro e del fino, che sia l'integro e real pagamento del suo credito, e non altrimenti.
| |
Discorso Stati Santitá Maestá
|