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      E cosí il debitore sará tenuto pagare con tanti ducati o scudi delli correnti, nei quali vi sia altrotanto oro puro a peso quanto n'era in quelli ducati al tempo del contratto; e non si dee avere riguardo al numero o valore delle lire, soldi e denari, col quale si spendono di presente, ma solo si dee aver riguardo alla quantitá del peso dell'oro puro ch'entrava in quelli al tempo della creazione del debito. E, se vorrá pagare con scudi, li pagherá in questo modo: e ne darò un essempio. Se in detti ducati 100 vi fossero state once 12 di pur'oro, fa di bisogno pigliare tanti scudi delli correnti di presente o della balla, o d'altri di maggiore o minor peso, e procedere con quest'ordine: cioè, come sarebbe a dire, in una libra di scudi di finezza di denari 22 si trovano esser once 11 di pur'oro, ed in un'oncia d'essi ne sono denari 22, e ve ne vogliono anco denari 2 di puro d'una parte d'un altro scudo, che saranno once 12 di pur'oro, e peseranno in tutto essi scudi, cioè il brutto e netto, once 13 denari 2 2/11; e in tal modo il debitore pagherá il debito con altrotanto oro puro a peso cosí coniato, e non col numero di lire finora usato. Ed anco, se si pagheranno scudi 108 da lire 8 l'uno, overo scudi 123 3/7 da lire 7 l'uno, overo scudi 144 da lire 6 l'uno, nelle tariffe figurati, sará il medesimo, perché in ciascuna sorte d'essi vi saranno le dette once 12 di pur'oro. E, s'alcuno sará creditore di lire 455, e che al tempo del contratto il debitore si fosse obligato pagarle in tanto oro, e che il ducato fosse valuto lire 4 soldi 11, come di sopra, esso debitore pagherá il medesimo oro per l'ordine suddetto.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458