E, se bene ad alcune persone forse parerá, in questo primo moto, che detti ordini saranno accettati da alcuni sí e da alcuni no, dicendo anco che si procederá per l'avenire di male in peggio, a questo loro parere con brevitá rispondo: che dopo la publicazione del detto Discorso, ogni particolar persona sará come signore e prencipe nello accettare i danari, cioè di pigliarli a libra a libra e ad uno ad uno, solamente per li giusti valori della rata del puro e del fino che in essi ed in ciascuno di essi si troverá essere; e ciò è sempre stato ed è di mera volontá di tutti li prencipi e signori.
E anco sará a tutti manifesto l'ordine reale che si dovrá tenere nel fare ogni sorte di pagamenti, per cagione de' debiti creati molti anni inanzi, accioché restino fatti con giusta e perfetta sodisfazione; il qual ordine vien dimostrato in molti luoghi del Discorso, e particolarmente nella settima delle dodici utilitadi.
Avvertendo ancora che non sará poi lecito ad alcun prencipe particolarmente commandare ad alcuno delli suoi popoli che debba tôrre le monete nei pagamenti per piú del giusto valore della rata della loro bontade, essendoché ciò sarebbe danno di chi le pigliasse, non potendole poi spendere per li valori medesimi fuori dello Stato di esso prencipe, né che le debba accettare o pigliare per meno del detto giusto valore, perché essi danari fugirebbono e trasportati sarebbono ove per li reali valori si spendessero. E, se simil fatto per il passato forse fosse occorso, tal prencipe debb'essere con giusta ragione escusato, per non esser mai stata mostrata e manifestata da persona alcuna sopra il maneggio delli danari questa regola generale, fondata e stabilita sopra l'indissolubile unione dei sette veri e reali capi principali nel capitolo XLIV descritti, della quale i prencipi ed il mondo se ne siano potuto servire.
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Discorso Discorso Stato
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