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      Tra li signori dottori leggisti, nelle loro dotte ed argute questioni, quasi sempre si è disputato: se la spesa del far ridurre l'oro e l'argento in danari dovesse spettare solamente a' principi ovvero alle repubbliche; e mai da alcuno di loro, ch'io sappia, non è stata posta in campo questa proposizione insieme colle altre, cioè se tale azione debba appartenere solo ai particolari e non ai principi né alle repubbliche, essendoché i principi e le repubbliche nel fare i danari non vi hanno da porre cosa alcuna del suo, eccetto che l'interporvi la regale autoritá. Ora, perché vien palesata dall'autore questa nuova e non mai da altri allegata proposizione, il dovere vorrebbe ancora che un qualche dotto leggista ovvero qualche spirito elevato, pigliandosi a petto questo fatto, si affaticasse ancor egli in dimostrare colle sue concludenti allegazioni e ragioni che questo nuovo ordine dovrebbe in effetto essere posto in esecuzione, e con ogni suo sforzo far conoscere alle genti che egli è di necessitá che siano affatto levate via quelle antiche opinioni de' dottori, le quali non sono né mai potranno essere in parte alcuna al mondo accettabili; affinché una volta e per sempre siano estinti li gran disordini che di continuo succedono per l'alterazione dei prezzi dell'oro e dell'argento; i quali disordini, a guisa di un grande incendio, quasi il mondo tutto abbruciano e distruggono.
      E, s'egli è pur vero, come cosí è, che quelli, che vogliono far ridurre in danari i loro ori ed argenti per proprio utile e particolar interesse, sono tenuti di pagare le fatture, qual sorta di ragione sarebbe che, dopo fatta la Dieta e confermati gli ordini, si avesse a permettere che nelle monete, che di nuovo si facessero, non fosse posta la debita quantitá in peso del puro e del fino, secondo gli ordini delle costituzioni; e che ancora fossero spese per li valori non corrispondenti alla loro intrinseca bontá, con danno e perdita di ciascuno che le ricevesse; e che l'utile di tal danno dovesse essere solamente di coloro, che le facessero cosí fare con men fino e puro della debita costituita proporzione?


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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