Non si deve dunque poner fra numero di cose odiose questa dell'ignoranza figlia, ancorché descenda da matre tanto odiata, e altretanto gli uomini nelli quali si ritrova, si bene in quelli non oprasse il totale effetto di far loro conoscere quel che prima non conosceano, mentre opera almeno che errando s'impara e, a quel che loro non possano arrivare, d'altri l'intendano.
Per questo, avendo considerato piú cittá d'Italia e alcune, ch'appareano dover abbondare, aver penuria, e altre, ch'appareano dover aver penuria, abbondare di moneta, non essercitandosi in nissuna miniera d'oro o argento; e, facendo reflessione in particulare nel nostro Regno, ritrovatolo in grandissima penuria, non obstante che di continuo le robbe sopra abbondanti, che in gran numero vi nascono, vadano fuora, e che si siano fatte diverse provisioni, né mai causato il desiato effetto: mosso da questa maraviglia, ho cercato investigare, in quanto il debole lume del mio picciolo intelletto può arrivare, donde procedano gli effetti predetti. Per li quali conoscere perfettamente, è stato necessario prima intendere le cause, che possano fare abbondare un regno d'oro o d'argento, dove di detti metalli non sia miniera; e dopo, da quelle inferire alla penuria e abbondanza, con le considerazioni delli mezzi e modi dell'operazioni, impedimenti e remedi di quelli, applicandoli al nostro Regno, per saper meglio l'espedienti che si possono per tale effetto tentare. E, si bene non avesse per questo arrivato alla vera cognizione, non restará che almeno errando non impari, e serva per materia e occasione a Vostra Eccellenzia (che è il principale mio intento) di discorrere col suo divino intelletto e arrivare all'intrinseco del vero, per posser dopo con sano conseglio provedere a una infirmitá sí pericolosa del presente Regno.
| |
Italia Regno Regno Vostra Eccellenzia Regno
|