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      Poiché, essendo li senatori di tanto numero e standovi in effetto in vita, non può mai succedere che per morte possano mancare tutti o la maggior parte, sí che quelli che vi entrano, non sapendo quello che li primi teneano per disordine o per rimedio del loro stato, o sapendolo, si vogliano difformare dalla loro opinione. Ma quelli che succedeno sempre ritrovano maggior numero di vecchi senza comparazione, da' quali intendono li disordini passati e presenti e li possibili futuri con li loro remedi; né, volendosi difformare dalla loro opinione, possono fare altra provisione, mentre bisogna che siano in uno concordi, o la maggior parte vinca. E cosí va succedendo da mano in mano; sí che per detta causa sempre si può dire il medesimo governo: lo che importa molto. Come (stando nella comparazione del medico con colui che governa, come si disse di sopra) di piú certa esperienza sará il medico e di migliore riuscita saranno le sue provisioni, quando, avendo governato piú e piú volte un ammalato e conosca la complessione e qualitá di quello, se gli occorrerá governarlo di nuovo; che non sará quel medico che è nuovo circa il governo dell'ammalato, che per coniettura può argomentare la sua complessione e non per esperienza o per la riuscita delli remedi: cosí mi pare che vi sia differenza fra le provisioni che averá da fare uno che governa ed è nuovo nel governo per alcun disordine o nuovo ordine del suo Stato, da quelli che faria uno che è vecchio nel medesimo governo e ha conosciuto li disordini passati e rimedi fatti con gli altri accidenti del suo regno.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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