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      Ma ancora quelle, che non serveno per arti né per cosa necessaria o commoda fuorché per capriccio, stante la grandezza predetta del Regno, e la quantitá è ancora di considerazione. Ché del solimato, quale principalmente non serve a altro che a stroppiar il viso alle donne, se ne consuma alcuna parte e, come si è detto, non serve a cosa alcuna, facendosi dunque il computo e avendo risguardo alla grandezza del Regno, sará d'alcuna quantitá che forse arrivaria a un milione.
      E similmente in Regno non vi è miniera alcuna di metalli, fuorché di ferro; né meno è sufficiente per il suo bisogno e da fuora ne viene gran parte: cosí come viene tutta la rame, tutto il piombo e tutto il stagno (che ognuno può discorrere, considerate le cose predette, la quantitá che può importare, stante l'uso necessario di detti metalli, particolarmente della rame e stagno, per l'uso dell'artegliarie e campane, oltre l'uso di particulari); e cosí ancora vien da fuora tutto l'ottone.
      Di piú tiene bisogno di tutti libri per tutte scienzie e arti; ché, si bene in Napoli vi sono stamparie, nientedimeno per questo particulare è come non vi fussero, ché non si stampano detti libri, ma cose di poco momento. E cosí ancora li bisogna tutta la materia di vetri.
      E alle volte li bisogna frumento da fuora, come si sa questi anni prossimi che non vi restôrno denari di peso, ché crebbe il loro valore a dieci per cento. Né vi è carta a sufficienza.
      E cosí ancora da fuora vengono tutte le tele sottili, come olandre, orlette, cambraie, e ancora tele grosse.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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