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      E, si bene si potriano portare piú repliche e risposte, quanto si è detto è soverchio. E si è detto tanto, per esser stato accettato uno errore per veritá chiara; e, per togliere questa impressione dall'intelletto, piú d'una ragione è stata necessaria.
     
     
     
      CAPITOLO II
     
      Se, essendo vera l'esperienza che dice, séquiti conclusione vera, che il cambio basso faccia abbondare e l'alto impoverire.
     
      Il secondo fondamento di detta sua maggior conclusione è la esperienza, che egli dice, che quindici, venti e trent'anni adietro, che il cambio era basso, il Regno abbondava di moneta propria e forastiera; e da diece o quindeci anni in qua, che il cambio è alto, ne remane essausto. Dunque da questa esperienza segue che la bassezza del cambio sia causa dell'abbondanza, e l'altezza di penuria di moneta in Regno. Né a questo si potrá contradire, essendoci l'esperienza maestra delle cose, alla quale cede ogni potentissima ragione.
      Niente di meno, ancorché l'esperienza fusse vera, la consequenzia è falsa, e nel sequente capitolo si disputerá se questa esperienza è vera. Ma nel presente si ará da vedere, conforme si è promesso, se, essendo vera questa esperienza, ne segua la conseguenza, che egli dice, che la bassezza del cambio sia causa dell'abbondanza e l'altezza della penuria; la quale conseguenza si nega. E, per prova che non sia vera, si dice che in nissun conto può seguire consequenza necessaria: "il cambio è basso in questo tempo e il Regno abbonda di denari, dunque l'abbondanza di denari è causata dal cambio basso; e cosí all'incontro nell'altro tempo il cambio è alto e nel Regno vi è penuria di moneta, dunque l'altezza del cambio è causa della penuria". Poiché, per seguitare questa consequenzia, bisognaria prima provare che il solo cambio fusse causa della abbondanza o penuria di moneta, secondo l'altezza o bassezza, e non ve ne fusse altra; perché, essendovi altra causa, l'effetto potria dependere dall'altra e non dal cambio.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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