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      E ultimamente adduce un'altra causa: che, per essere il scudo del cambio aereo e non effettivo e di maggior prezzo di quello, sia causa che non siano denari in contanti in Regno e da quello se ne estraano tutti. Questa ultima causa mi pare meglio pensiero che il pensiero detto di sopra, cioč che li prencipi cavassero contanti da' loro tesori per il cambio basso, poiché non č vero il prezzo del scudo del cambio essere aereo, come egli medesimo si contradice nel scudo di Roma e Piacenza, come si dirá nel suo luoco; e, quando fusse aereo, meno č vero che sia maggiore dell'effettivo, avendo risguardo al Regno, come si č detto. Né, se il tutto fosse vero, come dice, puň causare penuria di denari in Regno, mentre si č provato il cambio nulla operare in questo.
     
     
     
      CAPITOLO VI
     
      Della provisione consultata farsi per l'abbondanza di denari in Regno.
     
      Stante la veritá delle cose predette, non occorre trattare se la provisione, che dice doversi fare per rimedio di questo male, di bassare il prezzo del cambio e che il scudo di quello sia minore dell'effettivo, dovesse produrre l'effetto predetto di fare venire tutti li denari in contanti per le robbe che si estraeno, senza farne uscire per quelle che si comprano da fuora; ché, essendo fondata sopra la detta massima, quale si č dimostrato essere fallace in ogni sua parte, non possea producere, né in tutto né in parte, l'effetto predetto. Cosí come ha declarato l'esperienza che, con essersi fatta la provisione conforme al suo pensiero, non solo non sono venuti li denari nelle quantitá grandi che promette, né la decima parte, ma sono mancate in parte quelli pochi che vi erano, come sanno quelli che vogliono informarsi per li banchi e mercanti con quanto interesse si sia procurato di far venire un poco di denari e argento in Regno da fuora per non fallire.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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