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      E tanto piú questa ragione move, quanto per alcuni pensieri si credesse che il guadagno fusse causa di fare estraere la moneta per fuora o altra; e son state tanto potenti queste ragioni, che l'han fatto proibire con pene gravissime. Ma la veritá è in contrario, che semplicimente la proibizione dell'estrazione de la moneta non è espediente alli Stati, né giova a cosa alcuna di farli abbondare d'oro e argento, anzi è piú presto dannosa; eccetto se per alcuno disordine il Stato fusse in termine tale, che l'estrazione li potesse nocere. E, acciò si conosca esser vera questa conclusione, si adduce che si ha da dare alcuno fine per colui che vuole estraere, poiché senza fine nisciuno agente opera: dico dunque che, estraendosi la moneta per qualsivoglia fine, bisogna che ritorni con vantaggio nel Regno, donde si estrae. E, acciò piú facilmente s'intenda, si metteno due cause, che son le piú communi e generali per fare estraere la moneta, cioè o di voler comprare robba per fuora, o per portar la moneta in altra parte che vaglia piú cara o che vi sia utile a farla ritornare per cambio. Se me si dice che l'estraerá per comprar robba da fuora, se questa robba bisogna per il Stato dal quale si estrae, non li noce cosa alcuna, poiché per necessitá bisogna pagare le robbe se si vogliono avere. Né mi si dica che si pagariano per cambi o commutazione di robbe, che l'uno e l'altro è il medesimo, come si è provato: poiché, se è per il cambio, bisogna che o prima o dopo vi siano inviati li contanti; se è la commutazione della robba, similmente la valuta, e li denari che se ne aveano da quella, si compenza con li denari estratti, né in questo vi è difficoltá. Se si dice che le robbe non bisognano per il Stato, ma si portano altrove, domando:--Dove si portano?


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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